2016, brevi composizioni, letteratura, note sulla vita, riflessioni, sbagli, scrittura, scrivere, trasmettere informazioni in modo scherzoso, umanità

Paura di umano (mag. 2016) di Claudio Sciarretti

I ghiacciai
si sciolgono
come burro

E l’aria
ora stramba
cambia molto

Cambia propri
modi di far
e gli scopi

Questo spesso
succede ne-
i pianeti

Ma il nostro
futuro è
qui ancora?

Nota: questa composizione l’ho scritta per il concorso AnguillarasiespRIME edizione 2016.

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. (parte ottava) di Claudio Sciarretti

. Ottavo
Un omone linguacciuto e ciarlone, il cantastorie (in realtà i cantastorie contano di una forte tradizione spesso culturalmente considerevole) dei gatti duellanti già citati – per intenderci – ha appena terminato la sua invettiva contro il governo.
Tra il pubblico un erpetologo molto simpatico e con gran senso dell’umorismo. Aveva fatto una pausa tra un’osservazione di un rettile e quella di un anfibio. Ora, passando in mezzo a persone con gli anfibi ai piedi per farsi una passeggiata in centro, se ne sta tornando a casa scambiandoli per militari in borghese (la funzione originaria di tale calzatura, era proprio militare). Da qualche parte nel lago vicino, si può assistere all’atterraggio di un aereo, il quale prende acqua per spegnere un incendio vicino (aereo che appunto può atterrare sia in acqua che sulla terraferma proprio come un anfibio).

 

Avvertenza: Le varie nozioni di questo testo sono state da me apprese da vari testi di studio e pagine web. Mi scuso per eventuali errori o inesattezze!

 

 

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., 2016, appunti, interazione con le persone, intrattenimento, letteratura, libera interpretazione al lettore, note sulla vita, racconti brevi, racconto breve, riflessioni, scrittura, trasmettere informazioni in modo scherzoso, umanità

. (parte settima) di Claudio Sciarretti

Avvertenza:
Le varie nozioni di questo testo sono state da me apprese da vari testi di studio e pagine web. Mi scuso per eventuali errori o inesattezze!

 

 

 

. Settimo

 

 

Spesso le osterie prendono il nome dall’oste, ed in effetti è così anche etimologicamente (osteria viene da oste che a sua volta viene dal latino hospes ossia “gestore”).
Nell’“Osteria del Micio”, locale caratteristico per gli amanti dei gatti, questi, sono sempre i benvenuti. Gli si danno spuntini, che non sono serviti invece ai clienti, e tutti si divertono a giocare con loro. Un anziano amante del vino e del gioco si avvicina a un gattino e lo accarezza come mai ha fatto con un suo simile, scena discutibile direbbe qualcuno ma pur sempre tenera e umanissima.
Tra quei simpaticoni dentro quell’osteria felina, nessuno sa che una definizione antica del termine oste (dal latino hostis cioè “nemico”), sta ad indicare appunto il nemico di guerra.

 

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. (parte sesta) di Claudio Sciarretti

Avvertenza:
Le varie nozioni di questo testo sono state da me apprese da vari testi di studio e pagine web. Mi scuso per eventuali errori o inesattezze!

 

 

 

 

. Sesto

Uno spartiata sta sdraiato da qualche parte dentro Sparta. Spartano è il suo letto improvvisato nella vegetazione del Peloponneso meridionale.
Un gatto passa di lì e vedendolo dormire scappa finché può, nella sua vita ha subito ben due maltrattamenti abbastanza pesanti dagli umani.
Un po` di pane sta subendo il processo di lievitazione e lo zucchero, ormai a corto di elettroni, si sta trasformando in alcol. Ora l’uomo si è svegliato.

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Breve racconto di gab96 (1 aprile 2016)

Ho chiesto: Questa è un mia foto scattata così di sfuggita. Datele una storia, come può essere successa quella cosa a quella pattumiera?

 

Ecco la foto in questione:

Bidone ammaccato

 Il seguente è un breve racconto che gab96  mi ha lasciato in risposta:

 (Avvertenza: Naturalmente il seguente è solo un racconto di fantasia! Pertanto ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale!).

 

Le nuvole in cielo non preannunciavano niente di buono mentre Jack percorreva la Compton Boulevard. Dal giorno in cui sua madre e la sua ragazza erano morte in quell’incidente stradale la sua vita gli appariva senza senso, ma l’impatto emotivo che l’evento aveva avuto su di lui non si era fermato a quello. Da qualche giorno cominciava a notare la nascita di una serie di tic nervosi, piccoli segni che qualcosa dentro di lui stava lottando con la realtà, simboli della sua sopportazione che giungeva al termine.
Poi c’era questa storia del capo che lo bistrattava ogni volta che ne avesse l’occasione. Cristo se lo odiava! Sfogava ogni sua dannata frustrazione su di lui che era incapace di reagire, e lo faceva con forza, facendolo costantemente sentire una merda.
Tutto ciò si mescolava vorticosamente nella sua mente troppo razionale, che elaborò il pensiero che avesse raggiunto il limite proprio nel momento in cui cominciò a piovere.
Jack iniziò a provare sensazioni mai provate prima: riusciva a percepire il sangue fluire riscaldandogli le tempie, le labbra cominciarono a scattare di lato in rapida successione e le dita si chiusero nella sua mano come in preda ad un istinto primordiale; niente di buono.
Era fradicio, arrabbiato con il mondo ed in preda ad un esaurimento nervoso quando uno di quei Pr onnipresenti gli si parò davanti e cominciò ad ammorbarlo con le sue proposte. Jack rifiutò più volte, l’insistenza del tipo lo infastidì così tanto che alla fine gli diede una spinta e continuò a camminare. Ma fece pochi passi, prima di sentire delle parole che furono, per lui, la goccia che fa traboccare il vaso:
“Ehi stronzo non è mica colpa mia se la tua vita fa schifo!”
Jack perse la ragione:
“Ripeti quello che hai detto” disse avvicinandosi al Pr, il quale si accorse di aver sbagliato il momento per essere irriverente:
“Ehi amico, non era niente, andiamo. Stavo solo…”
Un gancio lo colpì in piena faccia prima che potesse terminare la frase, e ancora prima che potesse rendersi conto dell’accaduto si ritrovava in terra con Jack sopra di lui che menava pugni a raffica.
“Ri-pe-ti!” Sillabava mentre lo picchiava “Ripeti ora quello che hai detto!”
Il sangue scorreva copioso, ma jack non si fermava. Non si fermò nemmeno quando il Pr perse conoscenza, forse neanche se ne accorse.
Era troppo preso dal sanare quell’ultimo affronto che non si accorse del proprietario del locale che, da dietro, arrivò con il bidone della spazzatura che gli sbatté con enorme violenza in testa. Jack cadde tramortito a terra, ma il gestore non ci mise molto a capire che il danno era fatto, che ormai era troppo tardi.

 

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Intervento di RobertoMontanari (marzo 2016)

Ho chiesto: Quali parole rientrano nel vostro campo semantico personale di “felicità”?

RobertoMontanari: Spoglio…. troppo poco comprensibile?

Io: magari qualche accenno in più?

Ok… “spoglio” è, per me, una parola “magica” perché ha più significati, apparentemente distanti ma in realtà convergenti.

 

  • Ti spogli quando ti denudi, e quello è il preambolo dell’amore fisico. Inutile spiegare a quale felicità mi riferisco.
  • Ti spogli quando rinunci a qualcosa che ti vestiva, che era attaccato al tuo corpo. Toglierti di dosso un attaccamento, è una liberazione che procura gioia, perché ti togli una piccola schiavitù (pensa a quando ti liberi dei vestiti per fare un tuffo in mare).
  • Spoglio è l’albero che ha perso le foglie. Lo fa d’inverno, ma dentro sono già pronte le gemme della primavera. Il riposo prima dell’esplosione della vitalità, è una carica di gioia pronta ad espandersi.
  • Spoglia è la vita del povero, del derelitto, di chi non ha più speranza. Chi più di lui merita, ed è in grado di godere la felicità ?

 

Volendo, si può scavare ancora. Le parole sono miniere inesauribili… 

 

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Argomento: Follie Umane (7 marzo 2016)

Un cavallo andava al galoppo

Era una gara ufficiale

Il fantino si allenava da tanto

Morirono entrambi a una curva.

 

I telegiornali e i giornali

Ne parlarono per due settimane

Alcuni arrivarono alla conclusione:

Di “Eliminare l’equitazione”.

 

Ma poi circa dopo due settimane

Ci furon tanti casi di tumore

Tutti nello stesso posto insieme

E così i giornalisti si spostarono.

 

Condannando le reti telefoniche

Che i potenti uccidono gente

Oppure la schiavizzano

Insomma le grandi novità.

 

Dopo qualche mese il top

il dibattito sulle dogreligion

Religioni per cani, cioè

L’ultima trovata anglosassone.

 

Quando vidi il primo cane

Con la tunica ordinato prete

Fu proprio allora che mi chiesi:

“Come abbiamo potuto farlo?”.

 

Ora, dalle umane follie

Meglio cambiar discorso

Parlando degli alberi pericolosi

“Stanno immobili e ti uccidono”.

 

Disse un pazzo, due anni dopo

Sarebbe stato eletto presidente

E la sua nazione sorridente

Avrebbe disboscato foreste.

 

Ma in effetti ora che ci penso

mai sono uscito dall’argomento

Riguardante le “follie umane”

Bah, sarà meglio fermarmi!

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Esperimento letterario: Collegamenti per scherzare? (parte quarta – Claudio Sciarretti)

Cosa sono le minchiate? Sì, anzitutto questo termine è il plurale del termine minchiata (vale a dire una cazzata, una stupidaggine; termine che si usa dire specialmente nel sud Italia), ma è anche vero che codesto termine sta ad indicare anche delle antiche carte da gioco fiorentine (ed anche il gioco stesso). Il momento della riflessione stupida mi fa venire da pensare che il gioco si chiama così in quanto molto dispendioso se giocato d’azzardo, di fatto portando l’atto di praticarlo a una cosiddetta “minchiata”. Realmente, i Germini o Minchiate Fiorentine sono un gioco di carte di origine rinascimentale, viene considerato così avvincente da essere nominato in antichi manuali come “nobilissimo”. Per complessità è stato paragonato agli scacchi o a cambiare il pannolino al proprio figlio per un giovane padre, un famoso logico inglese lo definì ““il contributo del genio fiorentino ai giochi di carte”. Per complessità è stato paragonato agli scacchi o a cambiare il pannolino al proprio figlio per un giovane padre, un famoso logico inglese lo definì ““il contributo del genio fiorentino ai giochi di carte”. Praticate all’epoca da umili popolani e potenti uomini di stato come Lorenzo il Magnifico (di bellezza inaudita suggerirebbe il nome), da poeti (il Pulci e l’Aretino) e pittori (Bronzino e Lippi), le Minchiate erano giocate con un mazzo di ben 97 carte, ampliamento di quello dei tarocchi (ma qui almeno usando la logica e si spera senza imbrogli). Ogni carta era di rara bellezza e ricchezza iconografica, arricchita da animali e mostri, citazioni da bassorilievi antichi, tipici panorami toscani e scene di genere (la maggior parte delle cose scommetto mai colte dai giocatori). Purtroppo, dalla metà dell’800, mazzo e gioco sono ingiustamente caduti in disuso e sono ormai noti solo a pochi collezionisti e storici delle carte da gioco. Molti studi sono in corso per capirne il motivo della loro caduta in disuso, c’è chi dice che essendo un gioco di logica anche troppo è durato e chi dice che sia caduto in disuso per colpa degli zingari. Personalmente io punterei il dito contro gli alieni e gli Illuminati, ma anche la Carboneria o la Massoneria sembrano degli ottimi candidati.

 

Le informazioni serie su tale argomento sono state prese dal sito www.firenzegioca.it

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Cazzate che hanno fatto tutti di cui cui ci si pente (1 marzo 2016)

ATTENZIONE: Questo articolo è stato scritto in collaborazione con la mia ragazza, la quale tra l’altro ha avuto l’idea di fondo.

 

 

Fare una battuta a qualcuno su un argomento a lui – a nostra insaputa – molto caro. (L’eccezione sono i cristiani, loro è divertente provocarli, ve lo consiglio!).

Durante un compito in classe a risposta multipla, selezionare una casella per poi cambiare idea e correggere, scoprendo soltanto dopo aver consegnato che la prima era la risposta giusta. (Sì, quella sarebbe stata la domanda necessaria al raggiungimento della sufficienza!).

Mettersi in testa di essere un artista circense e voler fare l’acrobazia del secolo, per poi ritrovarsi con dieci punti in testa. (Generalmente questa è una tipica cazzata da bambino piccolo che si fida troppo di suo fratello maggiore!).

Fare lo spaccone mentre guardi un film horror con gli amici, per poi pentirtene dopo quando ti ritrovi a casa da solo spaventato dalla polvere che si posa a terra. (Alternativa molto peggiore, vedere un film drammatico con gli amici e ritrovarsi a trattenere le lacrime durante la scena più toccante).

Bighellonare un pomeriggio intero pur avendo una marea di interrogazioni fissate per il giorno dopo. (E’ un po’ una metafora sulla vita di coloro che mai si impegnarono nello studio per poi pentirsene).

Non riuscire ad evitare la caduta del tuo cellulare e vederlo cadere con lo schermo rivolto verso terra. (Argomento assai diffuso nelle argomentazioni degli oratori appartenenti al gruppo dei “bestemmiatori seriali”).

Perdere la calma durante una lite e dire cose brutte che non pensi veramente all’altra persona. (Specialmente se come il sottoscritto non sei molto bravo a chiedere scusa ed ammettere di aver sbagliato).

Bestemmiare a voce alta senza accorgersi di avere un gruppetto di suore nei paraggi. (Inutile dire che per persone molto religiose come me, questa cosa non è soggetta a rimorsi particolari bensì a risate introspettive, ma una predica può sempre arrivare! E fate attenzione, visto che esiste una multa per le bestemmie in pubblico in alcune zone!).

Abbuffarsi durante il cenone di natale per poi subire la conseguente indigestione. (Oggi, il 25 di dicembre, qui nel mio bagno è nato un nuovo bambinello!).

Rispondere male da bambino ai tuoi genitori per poi non riuscire più a sederti per tutto il resto della giornata. (Questo è un classico della mitologia dei “sederi rossi” di tutto il ‘900).

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10 cose che mai vedrai nella tua vita (febbraio 2016)

ATTENZIONE: naturalmente la grande maggioranza della comicità di questo articolo si regge su stereotipi, ahimé però, qualche volta veri.

1- persone combattere e morire per un qualcosa che non sia vano;
2- una persona che non ha mai litigato con un’altra;
3- un “gratta e vinci” dove si vince davvero una cifra enorme;
4- una “tavola calda” gestita da arabi chiusa;
5- un anglosassone non fare colazione;
6- un russo completamente astemio;
7- una persona anziana italiana a cui non importa nulla dei saluti;
8- una lontana zia adorata dai tuoi genitori sotto ogni aspetto;
9- segreti di Stato che non coinvolgono almeno metà dei politici di un paese;
10- basi militari che non hanno niente da nascondere.

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