Ho chiesto: Questa è un mia foto scattata così di sfuggita. Datele una storia, come può essere successa quella cosa a quella pattumiera?
Ecco la foto in questione:
Il seguente è un breve racconto che gab96 mi ha lasciato in risposta:
(Avvertenza: Naturalmente il seguente è solo un racconto di fantasia! Pertanto ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale!).
Le nuvole in cielo non preannunciavano niente di buono mentre Jack percorreva la Compton Boulevard. Dal giorno in cui sua madre e la sua ragazza erano morte in quell’incidente stradale la sua vita gli appariva senza senso, ma l’impatto emotivo che l’evento aveva avuto su di lui non si era fermato a quello. Da qualche giorno cominciava a notare la nascita di una serie di tic nervosi, piccoli segni che qualcosa dentro di lui stava lottando con la realtà, simboli della sua sopportazione che giungeva al termine.
Poi c’era questa storia del capo che lo bistrattava ogni volta che ne avesse l’occasione. Cristo se lo odiava! Sfogava ogni sua dannata frustrazione su di lui che era incapace di reagire, e lo faceva con forza, facendolo costantemente sentire una merda.
Tutto ciò si mescolava vorticosamente nella sua mente troppo razionale, che elaborò il pensiero che avesse raggiunto il limite proprio nel momento in cui cominciò a piovere.
Jack iniziò a provare sensazioni mai provate prima: riusciva a percepire il sangue fluire riscaldandogli le tempie, le labbra cominciarono a scattare di lato in rapida successione e le dita si chiusero nella sua mano come in preda ad un istinto primordiale; niente di buono.
Era fradicio, arrabbiato con il mondo ed in preda ad un esaurimento nervoso quando uno di quei Pr onnipresenti gli si parò davanti e cominciò ad ammorbarlo con le sue proposte. Jack rifiutò più volte, l’insistenza del tipo lo infastidì così tanto che alla fine gli diede una spinta e continuò a camminare. Ma fece pochi passi, prima di sentire delle parole che furono, per lui, la goccia che fa traboccare il vaso:
“Ehi stronzo non è mica colpa mia se la tua vita fa schifo!”
Jack perse la ragione:
“Ripeti quello che hai detto” disse avvicinandosi al Pr, il quale si accorse di aver sbagliato il momento per essere irriverente:
“Ehi amico, non era niente, andiamo. Stavo solo…”
Un gancio lo colpì in piena faccia prima che potesse terminare la frase, e ancora prima che potesse rendersi conto dell’accaduto si ritrovava in terra con Jack sopra di lui che menava pugni a raffica.
“Ri-pe-ti!” Sillabava mentre lo picchiava “Ripeti ora quello che hai detto!”
Il sangue scorreva copioso, ma jack non si fermava. Non si fermò nemmeno quando il Pr perse conoscenza, forse neanche se ne accorse.
Era troppo preso dal sanare quell’ultimo affronto che non si accorse del proprietario del locale che, da dietro, arrivò con il bidone della spazzatura che gli sbatté con enorme violenza in testa. Jack cadde tramortito a terra, ma il gestore non ci mise molto a capire che il danno era fatto, che ormai era troppo tardi.